Dermatoscopia

La dermatoscopia (microscopia di superficie o microscopia con epiluminescenza) è una tecnica diagnostica non invasiva utilizzata per la diagnosi precoce del melanoma e per la valutazione delle lesioni pigmentarie e non pigmentarie della cute e delle mucose visibili, sinonimi sono la dermoscopia, la microscopia di superficie e la microscopia ad epiluminescenza.

Melanoma maligno

Melanoma

Melanoma

Consente di valutare la disposizione del pigmento all’interno dell’epidermide e del derma. Tale esame viene eseguito con uno strumento dotato di una lente con ingrandimento che può variare, ma normalmente viene utilizzato un ingrandimento 10 x o 20 x. Esistono strumenti manuali che consentono una visione dettagliata, ma hanno l’inconveniente di non archiviare le immagini e strumenti digitali (videodermatoscopia), che consentono di archiviare e paragonare immagini a distanza di tempo, consentono inoltre di eseguire di eseguire lo studio della lesione con dei filtri). E’ possibile inoltre adattare iuna lente speciale (Dermaphot, Heine) ad una macchina fotografica digitale o convenzionale per ottenere una fotografia dell’immagine dermatoscopica.

Di più raro uso è lo stereomicroscopico che consente una visione tridimensionale dell’architettura cutaneo, ma le grandi dimensioni ne limitano l’uso, Esistono inoltre strumenti che utilizzano il contatto della lente attraverso un olio da immersione e strumenti a luce polarizzata (il primo strumento, DermLite, fu introdotto nel 2001 in California dalla 3Gen).

Dermatoscopio a fibre ottiche

La dermatoscopia ha completamente cambiato l’approccio del dermatologo nella diagnosi del melanoma accrescendo sia la specificità che la sensibilità. Un dermatologo esperto in tale metodica può attraverso tale strumento eseguire uno studio dettagliato di tutti i nevi, può inoltre eseguire una accurata diagnosi differenziale tra melanoma ad altre lesioni cutanee (basalioma pigmentato, cheratosi seborroica pigmentata, emangiomi etc) e inoltre può facilmente identificare nevi a rischio in modo che possono essere asportati prima che si trasformino in un melanoma. Tra i limiti della metodica ci sono prima di tutto l’interpretazione delle immagini che dipende ovviamente dall’esperienza del dermatologo (da studi sembra che utilizzata da medici non esperti possa ridurre la capacità clinica di identificare un melanoma) e inoltre i falsi negativi e positivi, infine alcune aree come quella interdigitale sono difficilmente analizzabili; nel caso di nevi o melanomi ungueali non esistono quadri specifici e tutto dipende dall’esperienza dell’operatore. Tale esame è affidabile anche in pazienti di razza scura (British Journal of Dermatology, octobre 2006)

L’esame è indolore e viene eseguito appoggiando alla cute lo strumento (come avviene nell’ecografia) dopo aver cosparso la lesione con un olio o con etanolo (nel caso dello strumento a luce polarizzata viene soltanto appoggiato lo strumento sulla cute). La dermatoscopia utilizza una semeiotica specifica e il suo fondamento è la concordanza tar parametri dermatoscopici e strutture istologiche cutanee. Alcuni parametri risultano importanti per la diagnosi di melanoma

Reticolo pigmentario: è il parametro più importante, le linee della rete corrispondono alle creste epidermiche allungate e gli spazi della rete alle papille dermiche; appare regolare e sfumato in periferia nella lesioni benigne, appare di irregolare con maglie grossolane, con pigmentazione di intensità variabile, non sfumato in periferia e asimmetrico nelle lesioni sospette

Pseudoreticolo pigmentario: si tratta di una interruzione della pigmentazione da parte di chiazze ipopigmentate determinate dai follicoli piliferi e dagli sbocchi ghiandolari. Nella lentigo maligna a causa dei melanociti atipici aumentati di numero, appare irregolare e grossolano

Strie radiali e pseudopodi: visibili spesso nel melanoma a diffusione superficiale, sono segno di una crescita radiale del tumore, talvolta quando sono disposte su tutto il contorno della lesione potrebbe trattarsi di nevo di Reed o di Spitz

Velo bianco/bluastro: spesso presente nel melanoma, raramente nei nevi Spitz/Reed. E’ dovuto a ortocheratosi con ipergranulosi associati a nidi confluenti di melanociti pigmentati nel derma.

Aree grigio bluastre: possono essere associate al melanoma in regressione e dovute alla presenza di emosiderina o melanine nei melanociti o nei melanofagi. Possono apparire come aree disseminate da peppering e granuli oppure essere ben definite con bordi irregolari

Punti neri (accumuli di melanina o melanociti nello strato corneo) e globuli marroni: Corrispondono ad accumuli nel derma papillare o alla giunzione di melanociti pigmentati o melanofagi ; sono corpi sferici rotondeggianti di colore variabile. Se disposti in periferia (prevalentemente nell’adulto) e irregolari per forma e dimensione possono essere indizio di lesione sospetta. Globuli rossobiancastri sono presenti nel melanoma e sono dovuti a incremento della vascolarizzazione

Pigmentazione diffusa: aree di pigmentazione localizzate irregolari possono essere significative per melanoma

Depigmentazione: può essere segno di una fase regressiva del melanoma e corrispondono ad aree di fibroplasia, teleangectasie e perdita della melanina

Cisti miliari e sbocchi similcomedonici: sono aree biancastre o giallastre rotondeggianti sono spesso presenti nelle cheratosi seborroiche, talvolta sono presenti anche nel melanoma e e nei nevi melanocitici. Rappresentano cisti piene di cheratina (cisti miari) o follicoli piliferi pieni di cheratina (sbocchi similcomedonici)

Laghi rosso-nerastri: presenti negli angiomi

Aree a foglie d’acero: presenti prevalentemente negli epiteliomi basocellulari. Corrispondono a cellule basalioidi molto pigmentate all’interno dei nidi di cellule maligne

Strutture vascolari: aspetti arboriformi sono presenti nell’epitelioma basocellulare, aspetti a virgola nei nevi dermici, aspetti puntiformi nei tumori epiteliali superficiali, aspetto a fermaglio e forme combinate possono essere segno di melanoma

Ciascuno di questi parametri non è specifico per il melanoma e la diagnosi deve basarsi su un analisi di pattern che tiene conto dei vari parametri rilevati.

Esistono poi alcuni algoritmi che vengono utilizzati per la diagnosi di melanoma che consentono attraverso il punteggio ottenuto di valutare l’eventuale malignità di una lesione; tra gli algoritmi più conosciuti si segnalano: Seven point check list, ABCD dermoscopico, Seven features for melanoma, Menzies scoring method, CASH

Consiglio la lettura di un articolo reperibile nella rete: Dermatoscopy of Pigmented Skin Lesion: HP Soyer, G Argenziano, S. Chimenti, V. Ruocco